martedì 26 giugno 2012

Ancora fallimenti e rinvii


John Vidal , The Guardian, Gran Bretagna
Sono stati firmati altri trattati tra i 190 paesi rappresentati, saranno posti altri obiettivi, traguardi , protocolli internazionali per impegnarsi in progetti di sviluppo sostenibile nella tutela del pianeta e un uso più saggio delle risorse, ma tutte queste promesse serviranno ?
Un nuovo programma delle NAZIONI UNITE PER L’AMBIENTE (Unep) sostiene che non abbiamo mai avuto così tanti obiettivi e trattati ambientali. Negli ultimi 50 anni i leader mondiali hanno sottoscritto 500 accordi riconosciuti a livello internazionale, tra cui :
61 sull’atmosfera
155 sulle biodiversità
179 su sostanze chimiche, pericolose e rifiuti
46 convenzioni sulla Terra
196 connesse a questioni relative all’acqua
Dopo il commercio, l’ambiente è diventato il settore più regolamentato al mondo.
Gli accordi vanno dalla protezione dello strato di ozono alla rimozione del piombo nella benzina, alla riduzione della pesca .
UNEP ha esaminato 90 tra i trattati più importanti arrivando a  conclusioni allarmanti:
-      ALCUNI PROGRESSI sono stati ottenuti in appena 40 obiettivi, tra cui l’ampliamento delle aree protette come parchi nazionali e i tentativi di contenere la deforestazione.
-      POCHI O ZERO progressi sono stati individuati in 24 obiettivi, tra cui il cambiamento climatico, le riserve ittiche, la desertificazione, la siccità.
-      UN ULTERIORE AGGRAVAMENTO è stato registrato in 8 obiettivi , tra cui lo stato delle barriere coralline.
-      PER ALTRI 14 NON SONO DISPONIBILI DATI
In ultima analisi i governi passano anni a negoziare accordi sull’ambiente,  ma poi , sistematicamente gli ignorano consapevolmente. Che senso hanno tutti questi accordi  se sono solo promesse vane fatte da governi cinici che vogliono solo sbandierare un pezzo di carta sotto al naso degli elettori ingenui o c’è dell’altro che va storto nel sistema della governante ambientale ?
Ci sono diverse risposte.
1 -  Molti accordi ambientali non funzionano perché i governi ne firmano altri sul commercio o sulla economia che battono quasi sempre quelli sull’ambiente.
2 -  I paesi ricchi hanno regolarmente promosso una agenda economica globale che ha consentito l’accesso nei paesi poveri a multinazionali capaci di influenzare, intimidire, convincere o semplicemente ignorare le leggi e gli accordi ambientali, come ad esempio le aziende petrolifere in Nigeria o i produttori di Biocarburanti.
3 -  molti paesi firmano accordi con grande clamore ma poi non li ratificano o non li trasformano in leggi . In un recente articolo il giurista JOHN KNOX della WAKE FOREST UNIVERSITY evidenzia come gli Stati Uniti non abbiano ratificato almeno 10  importanti accordi sull’ambiente, tra cui la convenzione di BASILEA SUI RIFIUTI, il trattato sulle RISORSE GENETICHE, L’ANTARCTIC LIABILITY ANNEX e la convenzione sulla BIODIVERSITÀ.
4 – Alcuni paesi agiscono impunemente, nel caso del cambiamento climatico il Canada ha ratificato il PROTOCOLLO DI KYOTO, ma poi, nell’interesse nazionale, ha ignorato le promesse di riduzione delle emissioni.
5 – Secondo alcuni analisti, ci sono troppi organismi cha fanno troppi accordi e serve una riforma delle NAZIONI UNITE. Secondo L’ISTITUTO INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE, ci sono almeno 35 organismi dell’ONU ch influenzano la governante ambientale globale.
Si trovano in luoghi diversi, spesso con mandati doppi o che si sovrappongono, hanno vari livelli di autonomia e tutti si concentrano su problemi ambientali distinti ma collegati tra loro.
Come fa notare l’ISTITUTO, il SEGRETARIATO DEL CLIMA è amministrato dal segretario dell’ONU, mentre i SEGRETARIATI SULL’OZONO e la BIODIVERSITÀ fanno capo all’UNEP.
La convenzione sulla BIODOVERSITÀ ha sede a Montreal, quella sulla DESERTIFICAZIONE e la convenzione quadro sui CAMBIAMENTI CLIMATICI a Bonn, la convenzione sul COMMERCIO INTERNAZIONALE  DELLE SPECIE MINACCIATE e la CONVENZIONE DI BASILEA  a Ginevra.
La frammentazione può produrre programmi conflittuali, dispersione geografica e incompatibilità di regole e norma.
Abbiamo quindi bisogno d più o meno regole per costringere i paesi a rispettarle ?
No il sistema è già abbastanza caotico.
Ed è caotica anche l’industria della negoziazione di nuovi accordi.
Il guaio è che, ovviamente , la maggior parte dei governi preferisce mantenere le cose così come stanno.

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