sabato 10 gennaio 2015

Confessioni di un sicario dell'economia

Il braccio violento degli speculatori: La Banca Mondiale ed il Fondo Monetario Internazionale.

Scrive Perkins: “facciamo prestiti a Paesi come Ecuador sapendo benissimo che non li restituiranno mai; anzi, non vogliamo proprio che onorino i loro debiti, perché è il mancato pagamento ciò che ci consente di tenere il coltello dalla parte del manico. In condizioni normali, correremmo il rischio di esaurire i nostri fondi; dopotutto nessun creditore può permettersi troppi debitori inadempienti. Ma le nostre non sono condizioni normali. Gli Stati Uniti battono una moneta che non è garantita in oro. Anzi, non è garantita da nient’altro che una generale fiducia internazionale nella nostra economia e nella nostra capacità di schierare a nostro sostegno le forze e le risorse dell’impero che abbiamo creato”
Il suo compito effettivo alla MAIN consisteva nello stilare relazioni di industrializzazione da propinare a quelle Nazioni i cui territori scarni ed arretrati (arretrati secondo i modelli americani imperialistici) abbisognavano di quelle che usiamo definire “grandi opere”. Egli, in buona sostanza, doveva limitarsi a descrivere quali infrastrutture realizzare in quei luoghi e scrivere sulla lavagna quanto denaro sarebbe stato necessario per la loro realizzazione. Ovviamente il punto dolente di tutta la faccenda era che dovesse pompare quelle cifre a più non posso. E ciò al preciso scopo di far contrarre un debito esorbitante a quella data Nazione che si intendeva ammodernare (ammodernare, sempre nell’ottica capitalistica statunitense).
Il suo ruolo, specifica nel libro il Perkins, non doveva andare oltre. Lui si doveva esclusivamente occupare di comporre una relazione, indicare somme e mettercela tutta per convincere i capi governativi locali. Se, tuttavia, i capi governativi locali non avessero accettato – dice Perkins – allora il suo mestiere di economista si fermava. Ed al suo posto entravano in azione quelli che egli definisce “sciacalli”. Un plotone di gente gretta e dai modi diretti, facili al grilletto, al sabotaggio di mezzi aerei e cose simili. Il lavoro degli sciacalli consiste-va nella eliminazione fisica di chi non si lascia-va convincere dal Perkins e dai suoi simili e consentire il rimpiazzo della guida nazionale con gente accondiscendente nei confronti dell’America capitalistica.
Una volta che, secondo i piani di depredamento americani, date Nazioni accettavano i piani economici, entrava in azione il Fondo Monetario Internazionale in associazione con la Banca Mondiale e le banche private legate ai progetti. Questi ultimi organismi, riempivano le casse di quegli Stati, davano inizio ai lavori di costruzione di dighe, ponti, centrali elettriche e quant’altro impiegando ingegneri statunitensi ma sfruttando la manodopera locale a bassissimo costo. Le materie prime venivano (e tutt’oggi vengono) totalmente dalla casa USA la quale così poteva (e tutt’ora può) lucrare su tutto l’indotto.
Inutile evidenziare che questi prestiti faraonici non sarebbero mai stati rifusi dalle Nazioni obbligate a riceverli. E quindi, la macchina americana, poteva avanzare folli pretese di sfruttamento geologico, minerario, idrico, petrolifero etc. senza alcun ritegno, facendo scivolare queste Nazioni in una sorta di schiavitù perenne.  ed aggiunge inoltre “la possibilità di battere moneta ci dà un potere immenso. Significa, tra le altre cose, che possiamo continuare a concedere prestiti che non saranno mai restituiti e che possiamo accumulare enormi debiti con noi stessi”.

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