sabato 14 aprile 2012

Contro le agenzie di rating

Gennaio 2012
Con una mazzata incoerente e sfrontata la divinità statunitense del rating Standard & Poor's ha declassato 9 dei 17 paesi dell'eurozona. Siamo di fronte ad un nuovo capitolo del duello tra i governi democraticamente eletti e scossi dalla crisi e i controlli autonominati del debito di questi paesi.
" Fate quello che diciamo noi, non avete scelta " così sembra suonare il messaggio di S&P.
L'agenzia mette così i paesi europei sullo stesso piano di quelli in via di sviluppo. Secondo loro, chi presta denaro ad Italia e Spagna corre lo stesso pericolo di chi lo presta a India, Colombia o alle Bahamas. E' assurdo e ridicolo.
Così scrive Cerstin Gammelin ,su SUddeutsche Zeitung, Germania e continua;
In realtà la cosa più inquietante è un'altra, Standa & Poor's cerca di condizionare la politica europea e questo non è il compito di una agenzia di rating. Gli statunitensi incitano sempre di più gli europei ad applicare principi anglosassoni alle scelte economiche. Cioè stampare denaro quando serve, per salvare banche o stimolare l'economia. Se non si obbedisce a questi principi, le agenzie danno brutti voti. Con i suoi rating Standard & Poor's è riuscita a mettere i paesi europei uno contro l'altro(...)
L'agghiacciante scenario temuto da molti politici , cioè la spaccatura dell'euro in due valute , una del nord e l'altra del sud, è una vecchia idea di Standar & Poor's.
Ora i governi europei hanno hanno due possibilità o stare al giuoco delle agenzie e seguire le loro indicazioni oppure prendere atto ed adottare altri sistemi di valutazione. Il monopolio delle tre agenzie di rating deve finire. E' necessario che rivedere  i criteri che usano altrimenti questo giochetto continuerà e finirà solo quando tutti i paesi saranno considerati insolvibili.
A questo punto però fallirebbero anche le agenzie di rating.

Indipendente numero 932 del 20 gennaio 2012 pagina 13

Nessun commento:

Posta un commento